dio e l’oltremondo per non finire
28 Settembre 2023
accettare di finire
28 Settembre 2023

la tecnica per non finire

Sentiero Italia (variante): da Volturara Irpina (40.87856, 14.91694) a Laceno (40.80308, 15.11463)

Lunghezza del percorso km 30; guadagno/perdita in elevazione +1.780/ -1.000 metri; quota massima 1.146 metri, quota minima 400 metri.

Pernotto: Locanda degli Hirpini (388 988 4765). Cena: ristorante Il Fauno (0827 68029)

Centri attraversati: Montella, Bagnoli Irpino

22 settembre. Aiuto per l’uomo fin dalle origini – come ci racconta il mito di Prometeo – e sua particolare compagna dal tempo della emancipazione da Dio, la tecnica è la capacità maturata dall’uomo di adattare la Natura a sé. Anch’essa – come la religione – nasce dal timore della morte: desiderando, infatti, vivere più a lungo e meglio sulla terra, l’uomo è spinto alla manipolazione dei processi naturali per amministrarli.

Con la tecnica, l’uomo, trasforma la Natura e crea artificialmente un ambiente adatto e comodo per viverci.  Nel corso dei secoli l’approccio tecnico ha subito una straordinaria evoluzione: dalla semplice azione manipolatrice in cui gesto ed utensile si fondono, alla separazione dell’utensile dalla mano; dalla mano che fornisce l’impulso motore all’utensile, alla mano che dà avvio ad un processo motore e successivamente ad un processo programmato.

Nella fase attuale “l’artificiale” – la produzione tecnica opera dell’uomo – è divenuto così invasivo da costituire “l’ambiente” di vita dell’uomo pervadendo, così, la sua intera esistenza. Non ci sono più confini per l’approccio tecnico se ormai la manipolazione ha raggiunto anche le regioni estreme della nascita e della morte: si studia la possibilità della resurrezione dal freddo (ibernazione), della immortalità digitale mediante le intelligenze artificiali, della clonazione, dell’arresto dell’invecchiamento.

Però, oggi, l’uomo si trova a dover fare i conti con quegli stessi strumenti che ha escogitato per dominare la Natura. L’esasperazione del processo di contenimento della Natura sta provocando più disordine di quello da cui ci si cerca di tutelare. In altre parole il processo sta generando  delle controfinalità. E’ la fase che gli studiosi chiamano dell’antropocene, ovvero la fase della massima espansione del dominio dell’uomo sulla terra con la comparsa delle conseguenti controfinalità.

Veniamo a trovarci in una condizione  d’impermanenza tra un passato che si è ormai consumato ed un futuro che appare indeterminato, con un presente vissuto all’insegna di un onnivoro consumismo che in quanto tale nientifica tutto. Un consumo  del presente  praticato per mantenere un benessere immediato. Un consumo che richiede uno sviluppo senza freni. Con quali conseguenze? Quella della instabilità i cui indicatori sono già sotto i nostri occhi se si guarda alla minaccia della catastrofe ecologica prodotta dall’impatto delle nostre produzioni sulla natura; alla minaccia della guerra nucleare conseguenza della corsa all’accaparramento delle fonti energetiche e del bisogno di distruggere per poter mantenere in vita il sistema dei consumi.

L’intervento umano sul pianeta, motivato all’origine dal bisogno, si è mutato in arbitrio e in offesa: l’uomo, nel suo delirio di onnipotenza, si è arrogato il diritto di manipolare la Natura a suo piacimento fino a dimenticare di essere egli stesso natura, cominciando così ad operare contro se stesso, portandosi oltre le compatibilità. Occorrerebbe un cambio di rotta, una nuova etica pubblica a cui dovrebbero risultare familiari parole come sostenibilità, mitigazione, compensazione, adattamento, riutilizzo, riduzione, rilocalizzazione, ridistribuzione, ristrutturazione, rivalutazione.

La Natura ha imposto all’uomo, ente di natura, il suo alt: deve rientrare nei suoi limiti. Non perché la natura abbia bisogno di essere salvata, ma per salvaguardare le nostre condizioni di vita sulla terra. E’ la fine dell’antropocene: l’uomo ha perso la sua centralità perché spodestato dalla natura ed in parte dall’artificiale che lui stesso ha prodotto.

(finitudine 3 – continua)

Percorso lungo con forte dislivello. Andrebbe fatto in due tappe interrompendolo a Montella. L’ho fatto in una sola tappa perchè sono stato accompagnato in auto per i primi 8 km abbuonandomi così anche un po’ di dislivello. Da Volturara si imbocca la SP 152 dalla Piana del Dragone e dopo 6 km si prende la sua diramazione per il Monte Terminio in costante salita. In prossimità di una cava, la strada inizia a scendere fino all’abitato di Montella. Tutto il percorso si svolge tra splendide piantagioni di castagni. Attraversata in lungo Montella, si oltrepassa il fiume Calore e si imbocca una piccola asfaltata per nulla trafficata che scorre tra boschetti, pascoli e belle costruzioni rurali. Con un deciso strappo in salita si raggiunge Bagnoli Irpino. Il percorso continua in salita per 5 km sulla strada provinciale del lago Laceno. In prossimità della grande piana di Laceno la salita diventa più dolce fino ad avere un camminamento in piano tra rigogliose faggete e pinete.

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