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dio e l’oltremondo per non finire

Sentiero Italia (variante): da Contrada (40.86759, 14.77510) a Volturara Irpina (40.87856, 14.91694)

Lunghezza del percorso km 24,5; guadagno/perdita in elevazione +1.125/ -1.050 metri; quota massima 844 metri, quota minima 160 metri.

Pernotto e cena: Agriturismo La Valle del Paradiso (340 462 9708)

Centri attraversati: Ferrari di Serino, Serino, Santa Lucia di Serino

21 settembre. La vita vuole vivere e si rifiuta di morire. Un’energia potente – Spinoza la definiva conatus existendi –  spinge l’individuo a durare; una spinta così potente che, non accettando il limite imposto dalla finitudine, giunge ad immaginare un oltremondo in cui la vita si perpetua: la potenza dell’immaginazione esorcizza, così, l’angoscia prodotta dalla finitudine.

Una volta posta l’esistenza di un oltremondo (o dietro mondo o extramondo che dir si voglia), questo diventa il valore e il riferimento per il nostro mondo reale, il quale viene sminuito alla funzione di copia del modello originario. L’oltremondo diventa il mondo vero; la nostra terra, invece, il mondo apparente.

In questo “mondo vero” collochiamo chi riesce a riempire i “vuoti” degli individui, chi riesce a dare senso a ciò che non lo ha, chi riesce a fornire risposte per domande inevase. Il “mondo vero” diventa il luogo della  “causa prima”, fondamento stabile e quindi spiegazione di tutto ciò che é.  La comprensione della “causa prima” cura gli uomini dall’angoscia prodotta dall’ignoto di cui la morte è massima portatrice.

Di sicuro la comune esperienza destabilizzante della sproporzione che gli uomini hanno provato fin dall’inizio è all’origine della immaginazione di un oltremondo. I primi uomini, nella debolezza della loro dotazione tecnica, hanno sperimentato la potenza smisurata della natura:  l’immensità del cielo, la tempesta del mare, l’eruzione di un vulcano, l’orrido di una voragine tra le montagne, … Una potenza che rivela la nostra piccolezza e debolezza. Esperienze analoghe vengono fatte anche quando l’individuo si confronta coi suoi moti interiori: passioni quali l’amore, l’odio, la rabbia, la paura sono avvertite come ingovernabili. Il soggetto si sperimenta incapace di gestire questo flusso di forze della sua interiorità. Esperienze così misteriose ed inspiegabili hanno costituito l’essenza delle prime figure divine:  gli dèi vanno ad incarnare le forze della natura e delle passioni umane.

La ricerca di un ordine che dia senso al caos incomprensibile della natura e della interiorità dell’animo spiana la strada alla immaginazione di un autore e garante dell’ordine. Gli dèi vanno perdendo le connotazioni naturalistiche ed evolvono verso una figura unica, antropomorfa, capace di racchiudere  la perfezione del Tutto. Matura l’idea di Dio come un essere dotato di potere soprannaturale, vivente al di sopra del cielo e pronto a interferire periodicamente nella storia umana per far rispettare la sua volontà divina. Entità trascendente, avente gli attributi che gli uomini avrebbero desiderato (longevità, conoscenza, potere, beatitudine in grado infinito), antropomorfo con cui poter entrare in relazione.

Una figura che trova un terreno di sviluppo ideale nel senso di dipendenza provato da sempre dall’uomo. Egli sente di non avere in sé la sufficienza ad esistere: sperimenta qualcosa che allo stesso tempo si concede ma gli sfugge; qualcosa di cui riesce a parlare solo simbolicamente. Dio diventa il simbolo capace di includere ogni cosa che è; tutto, ciò che l’uomo sa e ciò che non sa; è la pienezza dell’Essere.

L’influsso dei processi culturali e sociali nel corso degli ultimi secoli hanno diminuito l’interesse per tali temi; Dio non occupa più la centralità che aveva nel passato. Il processo di secolarizzazione ha messo in crisi la figura tradizionale del Dio dell’ontoteologia. E’ possibile salvare qualcosa di questo Dio? C’è qualcosa che può ancora parlare all’uomo nell’epoca della secolarizzazione della teologia?

Se Dio era concepito come la pienezza dell’Essere e la questione dell’Essere non è minimamente scalfita nell’epoca della “morte di Dio” (anzi si ripropone in tutta la sua pregnanza), il problema di Dio – o problema dell’Essere –  potrebbe avere ancora un senso nell’oggi se la ricerca procedesse nella direzione inversa rispetto al passato, ovvero, non rivolgendosi alla stabilità ed eternità di un oltremondo, ma all’unico mondo che abitiamo connotato dalla cifra della finitudine. Cercare la trascendenza nell’immanenza.

(finitudine 2 – continua)

Usciti da Contrada dopo i primi km su asfalto, si percorrono sentieri e canali nel bosco fino ad intercettare una asfaltata che costeggia dopo qualche km l’abitato di Canale. Subito dopo si devia a sinistra per una strada con indicazione “Castello”. Dopo alcune centinaia di metri si giunge ai ruderi di una fortezza medievale accorpata alla chiesetta della Madonna delle Grazie. Di qui scendendo per un sentiero nel bosco si giunge alla frazione di Ferrari di Serino. Poi si attraversa il territorio di Serino dirigendosi verso Santa Lucia di Serino da cui si prende una stradina asfaltata poco trafficata che costeggia il bosco fino ad intercettare la SP 195; dopo pochi km s’imbocca un’asfaltata in salita che dopo alcuni tornanti ed un dislivello di circa 500 metri giunge a Volturara Irpina.

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