3 giugno camminata filosofica per pensare la fragilità che è in noi
Nella società della competizione dove il senso coincide con la ricerca del profitto individuale, la fragilità non ha cittadinanza perché è l’immagine della debolezza inutile, inconsistente, malata, destituita di senso.
Eppure la fragilità fa parte delle età e condizioni della vita, anzi ne è una delle strutture portanti: non traspare forse nell’insicurezza e disperazione dell’adolescenza? non si manifesta nella malattia fisica e psichica? non è lampante nella solitudine e straniamento del vecchio?
La fragilità può essere considerata una delle radici ontologiche della vita se una rosa importante di emozioni quali la tristezza, la timidezza, la speranza, l’inquietudine, la gioia e il dolore dell’anima sono attraversate da essa. O se pensiamo a quelle virtù come la gentilezza, la mansuetudine, l’innocenza, la modestia, la mitezza, la tenerezza il cui tratto comune è la debolezza. Cosa sarebbe la condizione umana stralciata dalla fragilità e dalla sensibilità, dalla debolezza e dalla instabilità, dalla vulnerabilità e dalla finitudine?
Con la camminata filosofica nell’affascinante cornice del Bosco della Difesa faremo un viaggio nella nostra interiorità per attraversare i luoghi della fragilità. La pratica filosofica si concluderà con un esercizio di contemplazione filosofica su un testo poetico.
“La fragilità è un modo di essere emozionale ed esistenziale che vive del cammino misterioso che porta verso l’interno, e che non si riconosce se non andando al di là dei comportamenti e scendendo negli abissi della nostra interiorità, e dell’interiorità altrui. Ancora oggi si tende ingiustamente a guardare alla fragilità come a una forma di vita inutile ed antisociale, e anzi malata, che ha bisogno di cure, e che non merita nel migliore dei casi se non compassione; e non si sanno intravedere in essa le tracce incandescenti della sensibilità e della gentilezza, della timidezza e della tenerezza, della malinconia creatrice” (Eugenio Borgna)
Informazioni utili
Luogo di ritrovo: piazzale antistante il Santuario di San Matteo – c/o San Marco in Lamis (coordinate gps 41.709386, 15.658797).
Cosa portare: scarpe da trekking (in alternativa scarpe comode con una buona suola grippata), abbigliamento comodo per camminare, zaino, k-way, felpa. E’ consigliabile dotarsi di uno sgabello portatile (facile da trasportare a tracolla o nello zaino) per le attività filosofiche che richiedono una posizione comoda: sgabello a tre gambe oppure sgabello pieghevole.