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fragilità

3 giugno camminata filosofica per pensare la fragilità che è in noi

Nella società della competizione dove il senso coincide con la ricerca del profitto individuale, la fragilità non ha cittadinanza perché è l’immagine della debolezza inutile, inconsistente, malata, destituita di senso.

Eppure la fragilità fa parte delle età e condizioni della vita, anzi ne è una delle strutture portanti: non traspare forse nell’insicurezza e disperazione dell’adolescenza? non si manifesta nella malattia fisica e psichica? non è lampante nella solitudine e straniamento del vecchio?

La fragilità può essere considerata una delle radici ontologiche della vita se una rosa importante di emozioni quali la tristezza, la timidezza, la speranza, l’inquietudine, la gioia e il dolore dell’anima sono attraversate da essa. O se pensiamo a quelle virtù come la gentilezza, la mansuetudine, l’innocenza, la modestia, la mitezza, la tenerezza il cui tratto comune è la debolezza. Cosa sarebbe la condizione umana stralciata dalla fragilità e dalla sensibilità, dalla debolezza e dalla instabilità, dalla vulnerabilità e dalla finitudine?

Con la camminata filosofica nell’affascinante cornice del Bosco della Difesa faremo un viaggio nella nostra interiorità per attraversare i luoghi della fragilità. La pratica filosofica si concluderà con un esercizio di contemplazione filosofica su un testo poetico.

“La fragilità è un modo di essere emozionale ed esistenziale che vive del cammino misterioso che porta verso l’interno, e che non si riconosce se non andando al di là dei comportamenti e scendendo negli abissi della nostra interiorità, e dell’interiorità altrui. Ancora oggi si tende ingiustamente a guardare alla fragilità come a una forma di vita inutile ed antisociale, e anzi malata, che ha bisogno di cure, e che non merita nel migliore dei casi se non compassione; e non si sanno intravedere in essa le tracce incandescenti della sensibilità e della gentilezza, della timidezza e della tenerezza, della malinconia creatrice” (Eugenio Borgna)

  • Posti disponibili: 15
  • Quando: 3 giugno 2023
  • Tipologia di pratica filosofica: camminata filosofica; contemplazione filosofica
  • Quota di partecipazione: libero contributo
  • Termine per le prenotazioni: 2 giugno 2023
  • Modalità di prenotazione: con messaggio whatsapp,

Programma

  • ore 9,00 ritrovo nel piazzale antistante il santuario di San Matteo
  • ore 9,15 – 12,15 camminata filosofica
  • ore 12,30 rientro.

Informazioni utili

Luogo di ritrovo: piazzale antistante il Santuario di San Matteo – c/o San Marco in Lamis (coordinate gps 41.709386, 15.658797).

Cosa portare: scarpe da trekking (in alternativa scarpe comode con una buona suola grippata), abbigliamento comodo per camminare, zaino, k-way, felpa. E’ consigliabile dotarsi di uno sgabello portatile (facile da trasportare a tracolla o nello zaino) per le attività filosofiche che richiedono una posizione comoda: sgabello a tre gambe oppure sgabello pieghevole.

3 Comments

  1. Nadine ha detto:

    Nel cammino, il pensiero diventa parola.
    La parola diventa forma.
    Quanti passi, quanti pensieri, quante parole lasciano il proprio segno nel cammino filosofico.
    Tutto custodito nell’armonioso silenzio della Natura e nel gentile ascolto dei cuori aperti.
    Bella Fragilità.

  2. Antonella ha detto:

    Fragile é terra
    Fragile é roccia
    Fragile é foglia
    Fragile il cuore quando
    Sotto mentite spoglie
    Combatte se stesso
    Murando possibili
    varchi di cielo
    o aperture a valle.

    Voglio morire fragile.

    Per aver murato con le foglie
    la follia.

    Grazie per il cortocircuito di emozioni!
    Io ho fatto il pieno!

  3. Antonietta Piccino ha detto:

    “Il cammino della vita di ogni essere umano
    può essere irto, a volte più gioioso
    come quando camminando in un bosco intravediamo
    la luce del sole, tra le fronde degli alberi
    che lo abitano.
    Eppure attraversando il fitto bosco
    della nostra anima possiamo,
    altre volte,
    procedere a passo più lento,
    stanco
    quando sulla nostra via incontriamo sassi,
    percorsi ispidi e tortuosi.
    Sono le emozioni più “oscure” quelle che sembrano rallentare l’incedere
    della nostra corsa,
    che scorre incessante,
    come un fiume in piena.
    E finiamo in dirupi,
    pozzi neri dai quali è difficile risalire.
    Scendere negli abissi della nostra interiorità ci spaventa,
    ci disorienta, inchiodandoci alla croce della nostra vulnerabilità.
    Oh tremenda Fragilità: ludibrio e oltraggio della nostra umanità!

    Tuttavia, se abbiamo il coraggio di abitare con cura e delicatezza rispettosa
    il sottobosco della nostra anima, scopriremo anche un paesaggio meraviglioso
    fatto di colori e giochi di luce, che i nostri ospiti ci riconsegnano,
    donandoci occhi nuovi, di incantevole meraviglia.
    Restituendoci,
    così,
    lo stupore e l’innocenza
    del bambino che eravamo.”

    SULLA FRAGILITA’, A.P.

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